Un’estetica fuori dal tempo e dalle mode, elegante, e con un’attenzione puntuale su materiali, colori, e sulla dimensione emozionale dell’abitare.
Quello scandinavo e il giapponese, sono due modi di pensare la casa che hanno moltissimi punti di contatto ed altri che invece si completano e si arricchiscono a vicenda.
Entrambi mirano alla funzione e la praticità, all’autenticità e alla vicinanza con la natura, entrambi sono spiccatamente “slow“, ma dove l’estetica giapponese predilige una formalità piuttosto asciutta e formale, lo scandinavo apre a sperimentazioni e ad uscire dagli schemi.
L’estetica nipponica aggiunge quel “calore interiore” al calore esteriore dello scandinavo, fatto di atmosfere illuminate dal fuoco e da tessuti caldi e morbidi.
Il concetto di hygge (ne parlo meglio nei prossimi articoli) è ciò che sta “sotto” l’inconfondibile sensazione di semplicità e accoglienza che si riconosce subito nello stile scandinavo.
L’estetica e la filosofia wabisabi invece fanno da fondamento allo stile giapponese, che vede nell’autenticità dell’imperfezione una grande fonte di significato e nutrimento.
Entrambe gli stili quindi “poggiano” su radici concettuali e di esperienza emozionale, la ricetta perfetta per uno stile che promette di non temere il tempo.
Se ti sei riconosciuto in questa bellissima filosofia “fusion” tra nordeuropa e sol levante, se quello che vuoi è un ambiente che davvero rifletta uno stato d’animo sereno e denso di senso, allora probabilmente ti farà piacere addentrarti in questo bellissimo stile e carpirne qualche segreto da poter mettere in pratica.
Eccoti riassunti in 4 punti un’ “identikit” di questo stile, che ti sarà utilissimo se vorrai riprodurlo in casa:
Nello stile Japandi c’è poco posto per il superfluo, tutto è piuttosto ordinato ed essenziale.
La pulizia formale però si stempera in piccoli momenti di sorpresa ed ironia, magari portati da un particolare personale, che attira su di se l’attenzione.
Si può dire quindi che il Japandi sia minimalista?
Sì, si può dire perchè porta in se una grande attenzione alla funzione e la sottrazione, ma la sua propensione all’autenticità porta a vedere anche qualche segno del tempo, l’imperfezione e l’estemporaneità.
Poca decorazione e molta attenzione al ritmo tra pieno e vuoto, proprio come nelle due filosofie di vita che abbracciano questi due luoghi tanto lontani.
La semplicità è nei gesti che questi ambienti facilitano e incoraggiano, come sedersi a terra, godere della luce che entra dalle finestre ed una convivialità pacata ma presente nei living, dove le sedute hanno grande possibilità di esprimersi.
La semplicità è espressa anche in un ritorno all’essenziale della Natura (leggi quì anche il mio articolo sullo stile Natural Chic), che non lascia molto spazio ai linguaggi complessi del decor ma lascia parlare piuttosto lo spazio ed il suo cambiare con le stagioni e insieme alle abitudini di chi lo abita ed anima.
Silvia Ramalli.
Sono una Stilista d’interni, ovvero coccolo case e abitanti.
Sono esperta nello scovare e far sbocciare l’armonia nascosta delle case e aiutarti a trasformarle in posti che ti fanno stare bene davvero, anche se hai un piccolo budget.
Nel tempo libero amo annodare macramè, camminare per boschi e scoprire posti nuovi, sempre con un pò di musica nelle orecchie.