Quando si parla di abitare, di casa e di stile, i termini tecnici, spesso inglesi ed i neologismi sono davvero tantissimi e quasi tutti iniziano con “home”: Home styling, Home Decor, Home relooking, Home declutting etc (se vuoi fare un pò di “chiarezza di glossario”, leggi anche questo articolo quì).
Home staging è uno di questi termini, che si rifà alla casa sì, ma da un punto di vista immobiliare, anche se gli spunti che se ne possono trarre sono davvero infiniti.
In questo articolo ho chiesto a Sara Giglia, Home Stager, di raccontarci un po’ del suo lavoro ed introdurci uno dei termini più utilizzati, nonchè delle tecniche più efficaci per intervenire sull’aspetto di un interno in modo da valorizzarne i pregi e minimizzarne i difetti.
Tutti noi abbiamo un posto che chiamiamo “casa”, che ci fa sentire al sicuro o in cui semplicemente ci immergiamo a fine giornata.
E forse, la cosa più complessa che si può presentare nella vita di un individuo, è cambiarla: che sia perché lo desideriamo intensamente, che sia per ragioni di necessità, che sia perché la vita ci porta a farlo, cambiare casa è un momento importante e delicato, che porta con sé ogni tipo di emozione, dalla più positiva alla più negativa.
Quante volte però, può succedere di mettere in vendita la nostra abitazione e non ricevere proposte?
Oppure quante volte può capitarci di entrare in una casa che per quanto potenziale possa avere, non ci trasmette quelle vibrazioni che ci fanno dire “sì, è lei”?
Ecco, forse tutto questo dipende proprio da come ci vengono presentate, o da come le presentiamo.
Molto banalmente, quando andiamo a fare compere e ci soffermiamo su una vetrina, la prima cosa che guardiamo sono i manichini: un bel jeans, una bella camicia, un bel trench e subito entriamo incuriositi nella speranza che ci possa calzare tutto a pennello; che poi ci piaccia addosso o che ci stia bene è un altro paio di maniche, ma senza quel manichino ben vestito probabilmente non saremmo mai entrati in quel preciso negozio a provare quei vestiti.
Lo stesso vale per la Casa: tutto gira intorno a come una persona si sente, a cosa prova in quel determinato momento, a quali emozioni vengono a galla nell’entrare in un’abitazione che potrebbe potenzialmente diventare “sua”.
Entrare in una casa cupa, con una disposizione sbagliata degli arredi e magari non proprio ben tenuta, non invoglia sicuramente a procedere con la trattativa (che sia di compra-vendita o di affitto), come entrare in una casa completamente vuota o quasi, non aiuta a capire come potrebbe essere una volta arredata, perché è difficile chiedere ad un acquirente di immaginare ciò che concretamente non può vedere.
Ed è qui che entra in gioco l’Homestaging: l’allestimento di un’abitazione al fine di venderla o affittarla. Si, allestimento, non arredamento.
L’allestimento nell’Home staging ha il compito di preparare l’immobile al fine di “rendere l’idea” di come potrebbe essere viverci, dando spunti su come posizionare gli arredi o su che colori utilizzare per risaltare un particolare piuttosto che rendere una criticità un punto di forza.
Questo non vuol dire arredare o dare un’impronta di stile bensì preparare una casa “al bello”, puntando tutto sulla più totale neutralità.
Neutralità che si può tradurre con “Less is More”, citazione dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, diventata fondamentale per l’Home staging: questo perché nel meno ci sta il più, nella semplicità si può davvero trovare la chiave di volta, ed è proprio questo il fine ultimo di questa professione.
Oltre ad essere principalmente una tecnica di marketing, è quindi anche un tocco di emotività e calore che si va a conferire all’immobile.
Questo però non avviene casualmente bensì con uno studio che si può definire progettuale: ogni casa ha una sua vita, un suo stile, delle potenzialità e al contempo delle criticità, e tutto questo rende diverso e unico ogni allestimento.
Che sia un immobile vuoto, arredato, semi-arredato o abitato, lo studio che vi è dietro è fondamentale per una massima resa e un risultato soddisfacente.
Dopo aver reso “neutro” l’ambiente – a seguito di un eventuale “decluttering” (eliminazione del superfluo) se l’immobile lo richiede – potenzialità e criticità diventano il perno su cui ruota l’allestimento: basandosi su queste e studiandole, la palette colori diventa il punto fondamentale dell’allestimento, poiché avendo reso l’immobile una tela bianca, i colori la fanno da padrone.
A seguito di ciò, un buon servizio fotografico è ciò che serve per ultimare l’allestimento: che sia a carico dell’agenzia o direttamente dell’home stager, quest’ultimo step è fondamentale per presentare al meglio l’immobile nell’annuncio, cercando di valorizzare quanto più possibile il lavoro svolto.
Ma cosa si intende per palette colori? Molto semplicemente è una tavolozza, una gamma di colori che definisce il filo conduttore delle tonalità principali della casa, o che abbiamo scelto di utilizzare per “dare vita” all’ambiente, e questo avviene grazie all’utilizzo di tessuti, oggetti e stampe che permettono di allestire con coerenza.
Come già detto, comprare e/o vendere casa è un evento molto complesso ed importante, che lo si viva positivamente o negativamente.
Se ci troviamo nella posizione di vendere o affittare, tutto ciò che possiamo fare per presentare al meglio il nostro immobile è eliminare ciò che a primo impatto può risultare inutile o non indispensabile per un potenziale acquirente – fare quindi decluttering – e cercare di dare un assetto funzionale agli arredi e spazi, o quanto meno cercare di sistemarli in modo decoroso ed accattivante.
Un annuncio immobiliare ben fatto e proposto sarà sicuramente pane per i denti degli acquirenti …parola di Home stager!
saragiglia98@hotmail.com
Sara giglia.
Sono una progettista d’interni ed home stager
Classe 1988, un master in Interior Design ed un diploma in Home staging, ma soprattutto… una cotta immensa per design e arredamento fin da quando ero piccola!